Qual è la temperatura ideale del pavimento per applicare la resina epossidica?

La resina epossidica, il TOP EPO, è una resina termoindurente che viene definita “con indurimento a freddo” non perché reagisce a basse temperature, ma perché usualmente viene utilizzata a temperatura ambiente. La temperatura ottimale, soprattutto come compromesso tra il tempo d’indurimento ed il tempo di lavorabilità, è di circa 20° C.

Come faccio a misurare la temperatura del pavimento prima della lavorazione?

Nel periodo invernale o quando le temperature non si sono ancora assestate attorno ai + 15/18°C, se si vuole applicare una pavimentazione in resina senza lamentare problemi o ritardi di lavorazione, la temperatura deve essere impostata a + 20°C qualche giorno prima dell’intervento: l’uso di generatori d’aria tipo fan coil che scaldano in brevissimo tempo la temperatura del locale non consentono di riscaldare adeguatamente la superficie del supporto da rivestire, quindi se abbiamo 18°C di temperatura ambiente ma stendiamo la resina sul supporto che misura 10°C, la resina avrà un indurimento lento e a volte non ottimale.

Come faccio a misurare l’umidità del pavimento prima della lavorazione?

Per misurare l’umidità di un pavimento si possono utilizzare sia strumenti di misura professionali come il misuratore al carburo utilizzato dagli applicatori di parquet (il legno è più sensibile all’umidità rispetto alla resina), sia dei misuratori più economici ma altrettanto efficienti che si basano sulla conduzione elettrica. Un sistema primitivo ma efficiente se non si dispone di alcuno strumento di misurazione, è quello di stendere un cellophane in plastica del formato di circa 2 x 2 mt sigillato sui bordi con scotch. Se dopo 24/48 ore il colore del cemento si è scurito, o se si riscontrano goccioline di condensa sul telo in plastica a contatto della pavimentazione, esiste la presenza di umidità.

Come si interviene in caso di problemi di umidità, che sbolla la pavimentazione?

Usualmente le bolle per umidità di risalita sono delle piccole bolle di circa pochi centimetri di diametro, che a volte è meglio non toccare. Nel caso in cui invece l’area del distacco è particolarmente consistente andrà rimossa la pavimentazione interessata, ed occorrerà capire per quale motivo vi è la presenza di acqua sottostante. Una volta risolto il problema occorre lasciare asciugare perfettamente il supporto e procedere al rifacimento del lavoro.

Quale resina è consigliata in caso di temperature elevate?

Con temperature elevate tutte le resine che normalmente vengono utilizzate per la realizzazione di pavimenti e di rivestimenti possono presentare inconvenienti in fase di applicazione. Occorre quindi utilizzare, se il ciclo lo consente, indurenti meno reattivi, quindi con tempi di lavorabilità più lunghi, oppure modificare le abitudini di lavoro impastando quantitativi inferiori e applicando il prodotto, se possibile, più velocemente.

Quale resina è consigliata in caso di temperature basse?

Come per il punto precedente occorre impiegare prodotti, se il ciclo lo consente, più reattivi o provvedere al riscaldamento dell’area. I prodotti definiti all’acqua a basse temperature possono avere seri problemi sia estetici che di resistenza una volta ultimati.

Quale resine è consigliata in caso di umidità?

In caso di presenza di umidità si possono impiegare prodotti “più” efficienti. In commercio esistono diversi prodotti definiti “a barriera osmotica”, cioè che bloccano la risalita di umidità dal supporto che in molti casi si tratta di vapore acqueo. Possono esser prodotti liquidi con alto contenuto di solventi che penetrano più facilmente per assorbimento in un sottofondo poroso come un massetto cementizio, o possono essere maltine resinose da applicare a spatola. In ogni caso la garanzia della maggior parte di questi prodotti è per una presenza di umidità misurabile sino al 4% (consideriamo che il valore massimo di umidità accettabile in un sottofondo sopra il quale andrà incollato un parquet, più sensibile della resina, è del 2%). In linea di massima tutti i fondi impiegati per la realizzazione di una pavimentazione in resina si possono garantire per applicazioni su fondi con una presenza di umidità del 4%, valore identico ai prodotti segnalati come idonei per fondi umidi.
Secondo le statistiche si può quindi affermare che se un applicatore interviene con una preparazione adeguata del supporto e con prodotti le cui caratteristiche sono definite standard e cioè fino ad una presenza di umidità in risalita del 4%, non dovrebbe avere problemi. Per umidità superiori al 4% un pavimento in resina con caratteristiche di impermeabilità potrà presentare inconvenienti.

 

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